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René le Florentin: le radici italiane dell'arte profumiera

René le Florentin: le radici italiane dell'arte profumiera

07/feb/2018

Quando si pensa all'arte profumiera viene subito in mente la Francia, che vanta una tradizione secolare in materia: ma in pochi pochi sanno che ad introdurla fu un italiano di nome Renato Bianco.

René le Florentin, le radici italiane delle grande profumeria

Ribattezzato René le Florentin dai francesi, il maestro profumiere giunse alla Corte parigina nel 1533 al seguito di Caterina de’ Medici sposa del Duca d’Orléans, futuro Re di Francia. Fu dunque lui ad introdurre alla corte francese l’uso dei profumi, già largamente utilizzati nelle Corti italiane. Caterina de’ Medici proveniva da una città, Firenze, in cui le fragranze erano regolarmente indossate dalle dame di nobile casato, e quasi tutti i conventi dei maggiori centri urbani d’Italia avevano almeno un frate alchimista che si dedicava alla lavorazione delle erbe e all’estrazione delle loro essenze.

Fu ovvio per lei, prossima regina del popolo francese, portare al suo seguito oltre a paggi e dame di compagnia, anche il proprio profumiere di fiducia Renato Bianco che lì scoprì una società a suo modo raffinata, ma che non aveva la cultura dei buoni odori. Giunto a Parigi al seguito di Caterina aprì una sua bottega a Pont Saint Michel, una delle vie più eleganti della capitale: il negozio di René le Florentin - chiamato ormai così dai francesi - fu meta della migliore società parigina e le essenze prodotte dal maestro divennero ben presto elemento indispensabile per la nobiltà cittadina.

Grazie al lavoro del profumiere italiano aprirono botteghe di profumi in tutta Parigi per soddisfare una società ormai desiderosa di fragranze profumate.

Rene le Florentin e Caterina de’ Medici

Pomander: gioielli come profumatori

I profumi facilitavano i rapporti, rendevano gradevoli gli approcci e smorzavano i cattivi odori. Infatti, mentre in Italia il profumo e la cosmesi erano ampiamente utilizzati, a quell’epoca in Francia la pulizia personale e le fragranze erano pressoché sconosciute. La città e le persone stesse, secondo le testimonianze dell’epoca, emanavano un olezzo che colpì la giovane Caterina, la quale destò molta curiosità quando, arrivata a Parigi, iniziò ad utilizzare sempre un pomander profumato per coprire il proprio olfatto dal cattivo odore e proteggersi dalle infezioni.

Il pomander era solitamente un ciondolo a forma di sfera, fatto di argento, oro o avorio, adornato con pietre preziose, che aveva la possibilità di contenere al suo interno sostanze profumate di diverso tipo. Spesso questi gioielli avevano più di uno scompartimento per consentire l’inserimento di diversi tipi di fragranze che potevano così essere annusate singolarmente o tutte insieme. A quell’epoca era la soluzione per evitare profumi sgradevoli, e si credeva anche che l’uso dei pomander fosse un amuleto contro le malattie.

Pomander: gioielli come profumatori

L'Acqua della Regina: l'inizio della grande cultura del profumo

La passione di Caterina de Medici per i profumi, legata naturalmente alla sua posizione sociale, portò per emulazione tutta l’aristocrazia ad iniziare a profumarsi e a rivolgersi a Renato Bianco. Per questo motivo la sua figura divenne estremamente popolare per l’epoca e tuttora è ricordato come il capostipite della profumeria francese che in effetti nacque con il suo arrivo in Francia. Quest’epoca fortunata e splendente per l’arte profumiera fu un periodo di grande creatività, che esaltò la bellezza e la sensualità, tutto ciò grazie al contributo di quelle materie prime fino ad allora sconosciute che gli esploratori portavano dai loro viaggi e a grandi personaggi che amavano i profumi, come Caterina Sforza, Lucrezia Borgia, Cosimo de’ Medici, solo per citarne alcuni.

Fu da Firenze dunque e dalla passione tutta Made in Italy, all’avanguardia nell’arte dei profumi, che si diffuse rapidamente la moda delle essenze. A Londra, durante il regno di Elisabetta I e a Parigi, grazie a Caterina de’ Medici e alla sua Acqua di Colonia - L’Eau de la Reine “l’Acqua della Regina” realizzata da Renato Bianco - si posero le basi per quella che diventerà poi la grande industria profumiera europea.